Giacomo Baragli

Nipote della celebre pianista Alice Ziffer e padre di Guido, che ne seguì le orme artistiche, nasce a Palermo nel 1934. Assistente di Giacomo Manzù, dal 1961 al 1964 dirige la scuola di scultura della Camberwell School of Arts and Crafts.
Gli è accanto la moglie Ines Panepinto, anche lei pittrice. Rientrato a Palermo insegna al Liceo artistico e successivamente viene chiamato a tenere la cattedra di Decorazione Plastica ad Urbino, poi dal 1982 insegna all’Accademia di Palermo. Scultore ed intellettuale fra i più prestigiosi della seconda metà del Novecento, uomo di grande cultura, attento ai contesti e alle problematiche sociali, affianca all’attività artistica quella politica e di critico. Collabora a diversi giornali e riviste intervenendo, impegnato in prima linea, nelle questioni che riguardavano la programmazione e la gestione dei beni artistici e culturali. Accanto alla sua cospicua produzione in bronzo, gli viene commissionata una serie di opere pubbliche: il Monumento ai caduti di Alia, quello a Gualtiero da Caltagirone nel comune calatino, il Monumento a Lorenzo Panepinto, un Altorilievo in memoria dei partigiani siciliani presso la Storia Patria. Raffinato medaglista, a lui si devono due medaglie per la Provincia e per il Comune di Palermo. Il suo ultimo impegno è il restauro della cancellata della villa Garibaldi a piazza Marina, intervento che non riesce a portare a termine poiché la morte lo coglie prematuramente il 6 ottobre 1989, lasciando un vuoto che non verrà più colmato nel dibattito artistico e culturale palermitano. L’opera accolta nel contesto di questa esposizione è una scultura bronzea del 1967, che ritrae una coppia su un letto avviluppata in un tenero abbraccio, un impasto di corpi e lenzuola in un eterno fermo immagine di un momento intimo.