Il progetto “Generazioni” di Gabriele Gulotta e Croce Taravella continua con la Collettiva Le Cinque Generazioni 2023 negli spazi del Real Albergo delle Povere-Museo Riso; qui si incontrano e dialogano linguaggi artistici diversi in cui la formazione e l’esperienza professionale presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo è sorgente comune; qui si celebra la dimensione della memoria, luogo senza tempo e senza spazio in grado di raggiungere l’eterno.
L’evento, che annuncia l’istituzione di un Museo permanente delle Cinque Generazioni, rappresenta un’occasione eccezionale di contatto sincronico in un flusso continuo con il mondo dell’arte italiana; compendio delle ricerche artistiche di trentasei autori, che con oltre cento opere, offrono allo spettatore un racconto per immagini attraverso l’arte nelle sue diverse declinazioni, microcosmo esaustivo, riflesso significativo di un macrocosmo complesso, quale è l’arte contemporanea.
La collettiva è spazio privilegiato di pittura e di disegno ma anche di scultura, di incisione, di fotografia e di stampa sia tradizionali che digitali, di video arte e performance. Figurativismo e astrattismo convivono come espressione di modi di sentire personali, dove forma e colore assumono una dirompente forza comunicativa. Colore e materia, figure e forme pure, realtà e simbolo, divengono strumenti di ricerca e sperimentazione, libertà espressiva in cui ogni opera è un unicum, creazione a sé stante carica di elementi eterogenei, tuttavia mai scissa dal tutto.
Superato l’approccio esegetico, la presunzione di un’interpretazione ermeneutica dell’opera d’arte, la facile stigmatizzazione del lavoro artistico sulla base di etichette che si allacciano ad un già noto, Le Cinque Generazioni-2023 è uno spaccato completo del panorama artistico contemporaneo, sistema polisemico prezioso in continua trasformazione che si arricchisce di connotazioni al passo veloce con i tempi, con codici e consapevolezze nuove in continuità col passato ma vivi in una narrazione dell’hic et nunc dell’arte italiana, opera sinfonica talvolta carica di dissonanze, ma che passando per l’intelletto si fa emozione pura.